Retrospettiva fumetti: Julia n. 52,53,54,55,56,57 (2003)
Dopo qualche mese torno a parlare di Julia, non me ne sono scordato ma altri impegni mi hanno fatto trascurare un po' il blog, non le mie letture però. La prima metà del 2003 per la serie della criminologa non presenta grandi picchi di originalità e le storie seppur restando su standard molto alti non sono tra le più memorabili di questa mia rilettura. Ma andiamo con ordine.
dal n.52 © Antinori & Sergio Bonelli Editore |
dal n.52 © Antinori & Sergio Bonelli Editore |
Nel n.53 "L'ascensore" siamo alla fiera dell'assurdo, un albo al limite del grottesco, senza il giallo vero e proprio, senza azione. Julia resta chiusa in un ascensore assieme a un tizio, fatalità nel palazzo non c'è nessuno e Webb con Baxter si mobilitano per cercarla. Tutto qui! Ma dico: mi mettete Roberto Zaghi, il mio disegnatore preferito di Julia a disegnare un albo del genere? Sì, piuttosto seccante.
Musica: "Summertime" di George e Ira Gershwin.
Purtroppo anche il n.54 "La città buia" mi ha lasciato l'amaro in bocca. Berardi & Calza con Claudio Piccoli ai disegni raccontano di un rapper nero che viene ucciso a un concerto. Julia indaga e va oltre la pista razzista, i retroscena politici all'omicidio sono determinanti. Sarò stato in un momento no, ma ho trovato questa vicenda pesantissima da leggere e un po' troppo propagandistica (la propaganda di destra o di sinistra non mi interessa, non mi va nei fumetti quando è troppo palese, per esempio mi piace lo Zerocalcare nostalgico ma lo Zerocalcare propagandistico non lo sopporto). Aggiungiamoci anche Luther, il figlio di Emily che aiuta nelle indagini, antipatico come pochi. La storia poi è troppo articolata per essere credibile, e le 14 (no, dico 14!) pagine con le canzoni di Lorenzo Calza? Capisco che sia co-autore dell'albo, ma proprio non ci siamo.
"Television, the drug of the nation" di Michael Franti è la canzone dell'albo, il libro citato, lo legge un detenuto, è "Mucho mojo" del mio maestro e dio Joe R. Lansdale. Tutto il resto, come si suol dire, è noia.
Nel n.55 "Quando l'orrore è un rebus", Berardi & Calza con ai disegni Ernesto Michelazzo (alla sua seconda prova su Julia dopo il numero 46) ci imbattiamo in una serie di omicidi molto ben architettati. Un uomo decapitato in un luna park, un altro annegato in acquario sigillato, un terzo fulminato nelle docce di uno stadio di baseball, il tutto condito con messaggi enigmatici rivolti alle forze dell'ordine.
non potevo non mettere questa dal n.53 © Zaghi & SBE |
Il n.56 "Il corpo del reato" (Berardi & Mantero con ai disegni Piccoli e Zuccheri), ci presenta una vicenda complessa dove ancora una volta il finale salva tutto l'albo con un bel colpo a effetto. Un ragazzo confessa l'omicidio dei genitori la polizia non ne è convinta e Julia li aiuterà a scoprire la verità.
"Io con i miei studi, la mia professionalità, la mia capacità di analisi, ero finita spesso in televisione. Però non avevo nessuno con cui guardare i cartoni animati la sera. E ridere." [dal diario di Julia Kendall]
Siamo giunti al n.57 "I guerrieri", l'ultimo di questa sestina. In questo volume sceneggiato da Berardi e Mantero e disegnato da Enio durante una battaglia simulata con le armi da soft-air ci scappa il morto e Julia tra amici non tanto tali e parenti dovrà dovrà districare una matassa piuttosto ingarbugliata. Questo però non le impedirà di stringere amicizia con uno svampito artista che la aiuta nell'indagine.
Qui si conclude la prima parte degli albi del 2003, a presto con la seconda e ultima parte.
la mia copertina preferita delle sei © Marco Soldi & SBE |
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