Camminando sopra un treno come Indiana Jones
Retrospettiva fumetti: Julia n. 22,23,24,25,26,27 (2000)
la copertina del n. 24 © Marco Soldi & SBE |
"Ultimamente stento a riconoscermi. Mi sembra di stare sospesa a mezz'aria. Forse un po' di apatia o forse semplicemente il fatto che dormo da sola da troppo tempo." [dal diario di Julia]
la Julia di Roberto Zaghi dal n. 22 ©Sergio Bonelli Editore |
Partiamo col n.22 "Quest'urlo che tace". Un barbone viene investito da un'auto e muore, si scopre però che era stato avvelenato, dato che tale senzatetto stava già morendo per una malattia incurabile si pensa che il colpevole sia un mercy murder. Un omicidio per "pietà", a opera di un vero e proprio serial killer che decide di fare del bene a delle persone aiutandole a morire (detti angeli della morte, angel of mercy in criminologia). In genere il luogo ideale per tali atti è un ospedale, dove è più facile fare passare i decessi per naturali o per complicanze dovute a malattie già gravi o terminali. Questi sono serial killer piuttosto interessanti, anche perché spesso molto difficili da individuare e mossi più che dal piacere dell'omicidio o da malsane pulsioni, da una vera e propria, almeno a loro avviso, missione a fin di bene.
Julia durante le indagini si trova a frequentare gli ambienti dei senzatetto, e in particolare uno che sembra sputato a Drugo del Grande Lebowski dei Coen. Questo si presenta rubandole la borsa e lei piuttosto serena se lo porta a casa, gli dà da vestire, da lavarsi e da mangiare e lui recidivo continua a volerla fregare. Adesso, già per avermi rubato la borsa io gli avrei sfondato il cranio, giusto anche per tirargli fuori dalla testa di prima mano le informazioni che mi servono, ma si sa, Julia ha i suoi metodi e a conti fatti raggiunge lo scopo. La storia è abbastanza intrigante ma il vero lato positivo dell'albo è il debutto nella serie del disegnatore Roberto Zaghi (che ricordavo con piacere da Zona X), uno dei miei preferiti dell'ampia scuderia della criminologa. Il tratto di Zaghi infatti dona freschezza alle pagine con figure più dinamiche ma soprattutto ha un tratto moderno che lo distingue dai colleghi che l'hanno preceduto. Spesso infatti nei 21 numeri antecedenti gli artisti si erano un po' uniformati allo "stile Julia", preferendo continuità grafica a una caratterizzazione personale (che avevano dato veramente solo Roi, Trevisan e Toppi). Questa svolta darà i suoi frutti con calma più avanti, ma il seme del ringiovanimento grafico e della modernizzazione del tratto hanno avuto inizio qui.
Julia durante le indagini si trova a frequentare gli ambienti dei senzatetto, e in particolare uno che sembra sputato a Drugo del Grande Lebowski dei Coen. Questo si presenta rubandole la borsa e lei piuttosto serena se lo porta a casa, gli dà da vestire, da lavarsi e da mangiare e lui recidivo continua a volerla fregare. Adesso, già per avermi rubato la borsa io gli avrei sfondato il cranio, giusto anche per tirargli fuori dalla testa di prima mano le informazioni che mi servono, ma si sa, Julia ha i suoi metodi e a conti fatti raggiunge lo scopo. La storia è abbastanza intrigante ma il vero lato positivo dell'albo è il debutto nella serie del disegnatore Roberto Zaghi (che ricordavo con piacere da Zona X), uno dei miei preferiti dell'ampia scuderia della criminologa. Il tratto di Zaghi infatti dona freschezza alle pagine con figure più dinamiche ma soprattutto ha un tratto moderno che lo distingue dai colleghi che l'hanno preceduto. Spesso infatti nei 21 numeri antecedenti gli artisti si erano un po' uniformati allo "stile Julia", preferendo continuità grafica a una caratterizzazione personale (che avevano dato veramente solo Roi, Trevisan e Toppi). Questa svolta darà i suoi frutti con calma più avanti, ma il seme del ringiovanimento grafico e della modernizzazione del tratto hanno avuto inizio qui.
"One" degli U2 è la colonna sonora citata nella storia.
dal n. 23 ©Sergio Bonelli Editore |
Il n.24 "Kidnapping Express" (Berardi & Mantero con ai disegni Claudio Piccoli & Alberto Macagno) è l'omaggio della serie al classico giallo sul treno (il più famoso su tutti è "Assassinio sull'Orient Express" di Agatha Christie) anche se qui non abbiamo un omicidio, bensì un rapimento di una bambina. Il tutto parte in maniera molto artificiosa, con Julia che per tornare a Garden City causa neve e blocco dei voli sceglie il treno. Se riusciamo a sorvolare (ecco, appunto) sull fatto che prendendo il treno fa un viaggio di decine di ore, più di 24 di sicuro, e che, manco farlo apposta, i rapitori scelgono di levare le tende sempre salendo sullo stesso treno, cosa ci resta? Una storia ispirata con un ritmo e un'ironia che di rado si vedono nella serie e l'introduzione di un personaggio che sarà molto importante per Julia. Tutto infatti si svolge senza un attimo di tregua ed è spesso difficile capire dove gli autori vogliano andare a parare, molti personaggi, spesso macchiette divertenti costellano la storia. Su tutte la mia preferita è stata la giovane sposina novella che chiede consiglio a Julia, che crede con convinzione che la surclassi in esperienza, perché il marito le chiede "delle cose particolari"... Tanti auguri bella, caschi proprio male!
Abbiamo tanta azione, sparatorie, inseguimenti attraverso i vagoni e sul tetto del treno, una Julia che rischia la vita e che in certi frangenti sembra una Bond-girl piuttosto che una compassata insegnante. Un albo particolare, forse quello che ho preferito della sestina presa in esame, se non proprio fortissimo a livello di verosimiglianza di storia di sicuro molto spassoso. Viene introdotto poi il personaggio di Timothy "Tim" O'Leary, ladro gentiluomo, smascherato in un suo furto da Julia ma che poi la aiuta a salvare la bambina facendo breccia nel gelido cuore dell'indagatrice dell'animo. Il personaggio di Tim, dalle fattezze, i modi e il vestire classici e posati di un estemporaneo Cary Grant, in questa storia è solo appena abbozzato ma lo ritroveremo spesso nella serie e avremo modo di apprezzarlo come merita. Altra nota di merito per la copertina, con un Marco Soldi davvero ispirato. L'autore consigliato è Jack Ritchie con i suoi racconti brevi.
Julia e Tim O'Leary dal n. 24 ©Sergio Bonelli Editore |
©Sergio Bonelli Editore |
Il n.25 "Chi è Christine?" Berardi e Laura Zuccheri sfoggiano una storia zeppa di avvenimenti e parecchio ingarbugliata e un'altra più lineare ma non meno interessante in quanto riguardante il passato del nonno di Julia, sì il marito della megera sapientona. Da un lato un uomo chiede l'aiuto di Julia per ritrovare la figlia scomparsa, lei con Leo Baxter scopre che in realtà sono dei mafiosi a cercare la ragazza, in un'escalation di colpi di scena che comprende anche due sparatorie verranno a capo di una vicenda ai limiti dell'assurdo ma plausibile fino in fondo. Dall'altro lato della medaglia il numero è molto importante perché approfondisce la personalità della protagonista, il suo frugare tra i ricordi del nonno sepolti in soffitta ci mostrano sfaccettature ancora sconosciute di Julia, una sensibilità e un'umanità che poche volte prima di adesso era state palesate così. Anche nel finale, quando abbraccia Leo preoccupata per lui dopo la sparatoria, abbiamo un altro passo in avanti nella storia.
dal n. 25 ©Sergio Bonelli Editore |
Finora abbiamo conosciuto una Julia che resta orfana da piccola, viene cresciuta dalla nonna e col nonno spesso in giro per il mondo a fare l'archeologo. La sorella minore, Norma, diventerà modella nonché avvezza all'uso delle droghe pesanti, mentre lei, studiosa di pianoforte, sceglierà la criminologia, si ritroverà trentenne senza l'ombra di un'amica (mai vista manco una che possa assomigliare a un'amica!) con la capacità di scegliersi gli uomini pari a zero, circondata da studenti all'università e casi di omicidi fuori di essa. Gli unici due punti fermi, Webb e Baxter, troppo presi dall'aver riguardo nei suoi confronti per provarci seriamente, senza contare che lei ci mette tutto l'impegno del mondo per tenerli alla larga. Problemi ne abbiamo? Parecchi. Poco ma sicuro.
Tornando all'albo, spassosa la scena in cui dà del geloso a Webb quando questi storce il naso nel sentire nominare Leo. Per
i libri in questo albo ne abbiamo due: Baxter legge la biografia
dell'aviatore britannico (che a Berardi interessi l'argomento? E' già il
secondo che cita) Douglas Bader "Reach for the sky". Julia invece
regala alla nonna la raccolta di poesie "A new path to the waterfall (Il
nuovo sentiero per la cascata)" di Raymond Carver.
Nel n.26"Mentre la città brucia" ai disegni ritroviamo Caracuzzo e Zucheri che tornano a collaborare dopo il n.15. Anche stavolta come nell'albo precedente la storia si dipana in due vicende parallele e ben distinte oltre che distanti. Assieme alla polizia Julia indaga su una serie di incendi dolosi, tuttavia non abbiamo un piromane come accaduto in "Diluvio di fuoco", il n.4, ma tutto sembra convergere verso una serie di incendi per depistare i veri intenti truffaldini. Assieme a Baxter invece Julia decide di aiutare il proprio meccanico. Nick appunto, oltre che a spillare un sacco di soldi a Julia per la Morgan che la lascia sempre appiedata (opzione a- è un meccanico di merda che non sa fare il proprio lavoro; opzione b- finge si sistemarle l'auto per mungerle il portafogli), e oltre a lei chissà a quanti altri clienti, che fa con i soldi? Ovvio, va a puttane! E che fa il fesso? Si innamora di una puttana e vorrebbe riscattarla donandole la libertà. Fessi così ce ne sono ovunque, si sa, e devo dire che quando i papponi gli danno una bella ripassata non mi dispiace neanche un po', anzi. Sta di fatto che Baxet e Julia trovano l'amichetta del fesso... ops, del ladro... ops, del meccanico, vabbè avete capito, e Julia si becca anche due sberle dal protettore. Capirete che Leo si secca un po', sistema i cattivi e quello che ha picchiato la sua babe si becca sedici fratture. Quel che si dice avere il dente avvelenato. Quanto al meccanico, la sua amichetta torna in Grecia e in men che non si dica si sposa e sforna un pargolo, e buona giornata caro Nick.
Julia in questo albo legge stranamente Kurt Vonnegut ma purtroppo non ci è dato da sapere il titolo.
L'ultimo di questo sestetto è il n.27 "Io l'ho visto"dove torna Federico Antinori alle chine. Se il caso di omicidio in cui ci imbattiamo nelle prime pagine è molto classico, tutt'altro che classica è l'ambientazione: l'università di Julia, inoltre è lei stessa la testimone oculare della fuga del presunto assassino. Dopo ventisette numeri ci sta e non si corre il rischio di trasformare la Kendall in una signora Fletcher che dove passa ci scappa il morto. La storia tuttavia non si riduce a una banale caccia all'uomo come ci si aspetta, anzi, i ribaltamenti dei fatti nel finale riescono a sorprendere il lettore dando valore aggiunto alla storia.
Durante le indagini interessanti chiacchiere da bar tra Julia e Alan (Webb) sull'avere figli, nel caso trovassero la persona giusta. Ovvio.
Durante le indagini interessanti chiacchiere da bar tra Julia e Alan (Webb) sull'avere figli, nel caso trovassero la persona giusta. Ovvio.
Emily
ascolta com'era già capitato Bob Marley, stavolta "Get up, stand up".
Per i libri, su una scrivania all'università dove insegna Julia notiamo
"The study of group" di Josephine Klein. Al cinema dove invece la Kendall va a
chiedere informazioni danno Star Trek VII Enterprise Forever ma... nel
2000 non è uscito nessun film di Star Trek, al limite il nono film è
uscito nel 1998, tenuto conto che però in teoria è un cinema
specializzato in fantascienza mettiamo che facciano retrospettive solo
che... Star Trek VII è "Generations" o forse mi sfugge qualcosa. La
fantascienza è una cosa seria, non posso farci niente.
dal n. 25 ©Sergio Bonelli Editore |
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