domenica 17 aprile 2016

Julia '99 (parte seconda)

Ma che fai? Baci Webb?

Retrospettiva fumetti: Julia n. 12,13,14,15 (1999)

Una splendida Julia dalla copertina del n.14
©Sergio Bonelli Editore e Marco Soldi
(ma se al posto del fucile avesse avuto in mano un frustino?)
Eccoci alla seconda e ultima parte degli albi del 1999, solo quattro perciò sarò breve? Potrebbero anche essere albi parecchio tosti o con molti retroscena. Chi lo sa.

Il n.12 Una dolce bambina triste sceneggiato da De Nardo e disegnato da Federico Antinori (veneziano, bisogna puntualizzarlo, dal tratto molto alla Nick Raider ovviamente), è davvero una buona storia. Abbiamo il marito di una milfona (o cougar viste le mode), dalle fattezze e dal codino del Banderas dei tempi buoni, quello ben lungi dal biscottaio del mulino, che inscena il proprio tentato omicidio per far ricadere la colpa sulla moglie e quindi intascarsi i soldi della donna. La trama mi ha stupito per la solidità e l'evoluzione non banale e scontata, un thriller che rimescola sapientemente le carte fino alla fine e impegna parecchio Julia. Soprattutto il sistema adottato per far ricadere la colpa sulla moglie suscita la mia ammirazione. L'indagatrice dell'animo stavolta non è chiamata in causa dalla procura ma segue le indagini su richiesta di quella straccia-palle di sua nonna, amica a suo dire dell'indiziata. Certo che la nonnina è una che di buontempo e lezioncine deve averne i cassetti del comò pieni. Mi chiedo solo: ma Baxter, che aiuta Julia, chi lo paga? Dubito lo faccia la vecchia megera.

dal n. 13 ©SBE e M. La Neve
Nel n.13 Cyrano si torna in maniera prepotente a sondare l'animo della protagonista, la sua solitudine, la difficoltà ma anche la necessità di aprirsi con gli altri. Berardi con la collaborazione di Michelangelo La Neve ai testi e coadiuvati da Luigi Siniscalchi ai disegni (che torna dopo il n.7, la rotazione dei disegnatori è iniziata) ci racconta una storia un po' ingenua se vista oggi, dopo 17 anni, ma decisamente all'avanguardia prima del 2000. Cyrano, scrive in versi e circuisce giovani, minorenni e un po' ai limiti della vita sociale con i coetanei, attraverso internet, in chat. Una volta guadagnata la loro fiducia le invita a un incontro, previa cancellazione della cronologia della chat e dei siti internet visitati, le rapisce, le stupra con qualche oggetto e poi le uccide. Un gran pezzo di merda insomma. Ok, ormai si sa che le cronologie e le cose sul pc non sono mai davvero cancellate e che la polizia se vuole a trovare un indirizzo ip ci mette gran poco, ma nel '99 se non negli Stati Uniti (dove è ambientata la vicenda), almeno per i lettori italiani, risulta piuttosto la difficoltà a trovare il colpevole. Bando ai tecnicismi, la storia è originale, Julia per meglio immedesimarsi nelle ragazzine rapite ripensa a quando era teenager lei stessa e questo ce la fa vedere sotto una luce più umana e fragile. Garden City è nevosa e la nostra criminologa appare spavalda e spericolata solo alla guida della sua Morgan, nel privato si lascia andare agli eventi. Infatti, complice la neve e il freddo, Webb passa a trovare Julia per parlarle del caso e finisce per farle bere un buon bicchierino di Armagnac (che mi dicono le mie fonti sia un distillato, acquavite di vino francese, una bella bomba di gradi alcolici) che riesce a incrinare un po' la scorza di ghiaccio della Kendall e se la bacia. Lei mica si tira indietro. Non male. Chissà se ci saranno sviluppi...
Oltre alla sezione musica ("Fight the power" dei Public Enemy) da questo numeto abbiamo l'angolo di "ti consiglio un libro", il volume in questione è "Le ceneri di Angela" di Frank McCourt.
Da notare la copertina in cui Marco Soldi si supera veramente, una Julia con fucile attorniata da trofei d'animali, con una luce dal basso che chea un effetto d'ombre oltremodo evocativo.

Berardi assieme a Gino D'Antonio ai testi con Laura Zuccheri (ritorna dopo il n.5) ci offrono il n.14 Il cacciatore, albo mica da ridere dove prostitute vengono rapite per poi essere liberate nude in una zona boscosa, una riserva naturale, e cacciate, nel vero senso della parola, come animali. Un gioco cacciatore/preda alquanto crudele. Uno degli indiziati ha le fattezze di Anthony Hopkins, giusto per i citazionisti. In tutto questo marasma di bassezze umane portate ai limiti ne esce una storia molto intimistica dove Julia si interroga nella sua condizione di single. "Mi vorrebbero sistemata, con un bravo giovane, capace di proteggermi... e di un paio di marmocchi da coccolare. Una vita tranquilla, felice. La loro vita, non la mia." Questo dice Julia a un certo punto, un discorso che contestualizzato alla protagonista mi lascia perplesso. Chima marmocchi i bambini, il che vuol dire che il suo spirito materno è ancora lungi dal manifestarsi, i marmocchi rompono le palle, i bambini sono carini. La loro vita, afferma, certo, capisco il non volersi uniformare ai tempi che la società impone per sistemarsi, "sposarsi e fare figli perchè bisogna" non va bene neanche a me, eppure è come se prendesse le distanze, si ergesse forse a individio migliore degli altri. Nessuno è perfetto, non sia mai. Poi le avrei dato un bel calcio nel culo quando, in un alloggio tra i monti, sola con Webb questo, dopo il bacio del mese precedente, tenta un approccio e lei che fa? Si mette a parlare di Leo Baxter. A uno possono girare i coglioni? Beh, Webb non sarà mister pazienza ma stavolta se impreca ha più che ragione. E poi lei si pente pure di aver fatto la gnorri con il tenente ma dura poco perchè si mette a pensare alla nonna. Un'altra che da giovane dev'essere stata inchiavabile tanto quanto in certi frangenti.
Storia tuttavia intimistica che prosegue idealmente l'introspezione già iniziata nel numero scorso. La discesa nei meandri dei sentimenti di Julia compensa una storia molto dinamica, che si volge tanto negli spazi aperti quanto nell'intimo della protagonista.
Può starci tutto, niente da dire, un numeto con molti spunti su questo non ci piove.
Per "ti consiglio un libro" qui abbiamo proprio un libro, ma un racconto, "La preda più pericolosa" di Richard Connell.

i nemeri 12,13,15 dalla mia collezione personale
Siamo all'ultimo numero di questa annata, il n.15 Morte assicurata Berardi e Mantero con i disegni di Giancarlo Caracuzzo. Qui abbiamo una vedova perseguitata dalle telefonate di un marito morto, chiamiamo Dylan Dog allora? Eh no, la cosa di dimostra molto più realistica di un mero fantasma, una storia complessa fuori di modo con una lungo ma chiaro spiegone finale, un racconto di frodi assicurative, adulteri, ricatti e vendette finite male. Julia e Baxter fanno una trasferta in Florida per indagare e trovano pure il tempo per sollazzarsi in spiaggia. Devo aprire la parentesi sacrilega riguardante Julia che alla faccia del fisico snello e della giovane età si mette un costume intero. Chiudo la parentesi e avete già immaginato quello che penso. Divertente il frangente in cui, nel villaggio turistico in Florida dove si trovano, Leo ci prova con l'animatrice dai tratti orientali che li segue, e l'animatrice ci prova con Julia.

La serie appare alla fine del 1999 a pieno regime, le storie hanno una media sorprendentemente alta per qualità, i comprimari variegati e verosimili e ci è stato fatto vedere quel tanto dell'animo della portagonista per scacciare i dubbi e invogliarci a proseguire con la lettura. Il beneficio del dubbio se si possa mantenere uno standard simile in una serie mensile è d'obbligo, eppure non mi preoccupa per niente.

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