domenica 25 giugno 2017

"Voce di lupo" di Laura Bonalumi

La solitudine e la natura come cure per un cuore afflitto


A volte nei libri per ragazzi c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno, non servono paroloni o storie complicate dai significati astrusi se non pretenziosi.

Basta un tredicenne, Marco, che ha subito la perdita dell'amico Giacomo, e non è sufficiente l'amore puro che prova per lui Chiara o l'affetto forse troppo protettivo e poco comprensivo dei genitori per fargli, se non superare, almeno accettare l'infausto evento. Marco ha bisogno di solitudine, di ritrovare se stesso, il piacere di vivere. Per farlo sceglie di scappare nel bosco, il bosco che tanto ama, la natura magari non selvaggia ma lontana quanto basta dalla civiltà e dalla frenesia, dalle persone, per far sì che il ragazzo possa riflettere senza pressioni e libero, autonomo.
Il protagonista lascia una lettera, non vuole fare pazzie, ma vallo a spiegare a genitori apprensivi, o all'amica che come lui ha già subito il lutto dell'amico e si ritrova, sebbene in maniera diversa, affranta e abbandonata. Marco con le sue scorte di viveri, il sacco a pelo, la tenda, vivrà un'esperienza catartica in cui ritroverà il senso della vita, imparerà ad accettare le cose che essa ci porta via e ad apprezzare quelle che invece abbiamo, che ci fanno andare avanti e ci danno gioia.
Non solo un libro per ragazzi, ovvio, tutti abbiamo subito delle perdite, tutti abbiamo dovuto confrontarci con quel vuoto incolmabile che man mano, come dice l'autrice, non si riempie mai ma viene accompagnato col tempo da un'accettazione e una gestione dei ricordi che ci fa bene piuttosto che straziarci.

Perché alla fine, di fronte alla scomparsa di un amico, siamo tutti come dei ragazzini indifesi e sconsolati.



["Voce di Lupo" di Laura Bonalumi - ed. Piemme - collana: il battello a vapore, i vortici - 2017 - pp.189 - brossurato con alette ]



E' uscita la mia nuova antologia di racconti, "HOTEL MEZZANOTTE",
clicca QUI per leggere la pagina dedicata ^_^


venerdì 9 giugno 2017

Everyman - Philip Roth

La vecchiaia non è una battaglia: la vecchiaia è un massacro


"Ma la cosa più straziante è sempre la normalità, il constatare ancora una volta che la realtà della morte schiaccia ogni cosa" [Philip Roth]

Mi sa che definirlo il libro più deprimente che abbia mai letto è riduttivo.
Di primo acchito mi ha attirato per la copertina, completamente nera, nella sua prima edizione italiana come in quella originale, ho pensato subito che fosse una mossa azzardata ma più figa che mai. Col senno di poi la trovo l'altra faccia della medaglia de "Il giovane Holden", che aveva la copertina completamente bianca e che faceva della giovinezza e della leggerezza nell'affrontare il domani il suo dogma.

"Devi prendere le cose come vengono. Tener duro e prendere le cose come vengono. Non c'è altro sistema."

Everyman è l'esatto contrario, una lunga, estenuante, agonia di un uomo verso la morte, il viaggio di una vita scandito da malattie, errori e amori,  tappe il cui arrivo è quello di tutti gli uomini, un cappottino di legno sotto un metro e mezzo di terra. Everyman è il suono dell'inevitabilità, della pochezza umana diretta verso l'oblio. Non a caso il romanzo si apre con il funerale del protagonista, giusto per far capire al lettore subito che non c'è finale, ovvero che il finale si sa già, ed è il finale di tutti. Di tutti gli uomini come dice il titolo. Toglie il dubbio e lascia il viaggio, la vita come unica cosa su cui concentrarsi. Neanche il nome si sa del protagonista, ma non ce ne rendiamo neanche conto durante la lettura. Di Roth avevo letto solo Il seno, che poco svelava delle capacità di narratore di questo autore che merita davvero molto, qui in 120 pagine che sembrano tante di più non si riesce a non provare empatia per un protagonista mediocre che, nella sua umanità, compie sbagli grossolani e lotta contro la solitudine come molti di noi potrebbero fare. Una storia talmente e intimistica che può risultare disturbante per alcuni ma che io ho trovato toccante e mi ha molto colpito.

"Se riuscirò a scrivere questi ricordi, avrò detto alla gente chi sono. Se riuscirò a scriverli, morirò col sorriso sulle labbra."

La cosa importante è la ricerca del sentirsi vivi e meno soli, finché si flirta tutta l'esistenza con quella che sarà la nostra ultima amante: la morte.

"Voltati indietro ed espia le colpe che puoi espiare, e con quello che ti resta tira avanti meglio che puoi."

sabato 3 giugno 2017

La giovane Julia (prime storie dagli almanacchi del giallo)

Almanacco del giallo 2005,2006,2007,2008

Era da un po' che pensavo di ripercorrere in parallelo le vicende degli almanacchi e degli speciali anche perché non direttamente collegate alla continuity della serie regolare.
In casa Bonelli nel 2005 l'almanacco del giallo è una sorta di passaggio di consegne tra la serie di Nick Raider (sarebbe interessante parlare di questa collana prima o poi) chiusa nel gennaio di quell'anno e Julia che cavalca un'onda di lettori affezionati che tutt'oggi le ha fatto superare i 200 numeri ed è prossima a tagliare il traguardo dei vent'anni di pubblicazione. 

tutte le immagini © Sergio Bonelli Editore
la Julia di Laura Zuccheri
Nel 2005 esce il primo almanacco con una storia di Julia e porta una ventata di freschezza e innovazione nelle storie della criminologa. "Il mio primo caso" si intitola e così è dato che a cadenza annuale da quel momento, e per gli almanacchi successivi e gli speciali a colori poi, le storie contenute narreranno le avventure di una Julia che frequenta ancora l'università, ventenne e con i capelli fino alle spalle, che vive ancora con la nonna e la sorella. Una Julia che fa i primi passi nel mondo duro della criminologia e che collabora per le prime volte con la polizia. Le storie sono più corte, 94 pagine, e i casi spesso all'acqua di rose e ben più semplicistici di come siamo abituati, eppure la forza di tale iniziativa è il poter vedere la nostra eroina sotto un'ottica diversa. Questi prequel infatti spingono al massimo l'approfondimento del personaggio, le storie sono quasi un pretesto per conoscere meglio la protagonista e la sua genesi, l'evoluzione che l'hanno fatta diventare l'adulta che ogni lettore ha ben presente. Un tassello importantissimo e fondamentale immancabile per qualsiasi fan.

la Julia di Claudio Piccoli
Veniamo alla prima storia. Almanacco del giallo 2005 "Il mio primo caso". La Julia adulta ci racconta con un flashback di quando ha partecipato alla prima indagine: il suo insegnante di criminologia, Raymond Cross (che occupa all'università il posto che sarà della Kendall), la porta con sé in una scena del crimine. Una donna è stata strangolata e la polizia sta indagando, ritroviamo quindi dei giovani Ben Irwing (stessa stazza però!) e il tenente (non ancora capitano della polizia di Garden City) Clyde Carter, di quest'ultimo non ho mai parlato mi sa, ma è un ottimo personaggio, di quelli duri e tutti d'un pezzo come piacciono a me, disegnato sulle fattezze di Morgan Freeman, che meriterebbe un po' più spazio in qualche episodio della serie regolare. Di lì a breve il secondo marito della vittima confesserà l'omicidio e il caso andrà così a morire (che termine azzeccato!), solo la nostra criminologa in erba fiuterà l'inganno che sta sotto alla confessione.
Audrey Hepburn a 22 anni
Questo si presenta come un numero più introduttivo che di reale approfondimento. Julia si finge una dura ma di notte gli incubi per aver visto un cadavere non le danno tregua. Cross è un emerito pezzo di merda che vessa Julia forte del suo essere insegnante e ammirato dalla giovane, la stuzzica e la umilia (bel metodo di insegnamento) mortificandola per i propri errori o ingenuità. Finisce pure per chiederle, mentre la accompagna a casa, se ha un ragazzo, e lei ci nomina un certo Brian con cui si è lasciata da poco, questo inoltre fa il verso al primo numero della serie regolare. Cross quindi la illude anche di volerla invitare a cena ma poi ritratta. Un infame.
Dal canto suo la protagonista appare ancor più di come la conosciamo fragile e insicura nel privato, priva di quel labile equilibrio che avrà una decina di anni dopo.
Copertina, fronte e retro, bella impostazione grafica, e disegni della sempre bravissima Laura Zuccheri (mai sfruttato a dovere il suo talento dalla Bonelli visti i capolavori che disegna per oltralpe), testi di Berardi e Mantero.

"Quando faceva così, il professor Cross era estremamente sexy. Però aveva ragione. Mi ero comportata con leggerezza. L'avevo scavalcato, intervenendo al suo posto, creandogli imbarazzo. Era prevalsa la voglia di mettermi in mostra. Niente di più spiazzante, per una ragazzina alle prime armi, di una persona matura che ne sottolinea la presunzione. Ci si sente svuotati, umiliati." [Julia Kendall]
Almanacco del giallo 2006. "Il caso della polvere di stelle". Berardi e Calza su disegni di Claudio Piccoli. Si parte con la morte di Kurt Cobain leader dei Nirvana (avvenuta nel 1994) e Julia ventenne (che nella serie regolare quando racconta ne ha 32) che indaga, spinta da Cross e col fondamentale aiuto di Big Ben Irwing, sul suicidio di un giovane. 
Viene aiutata pure dalla sorellina Norma, sempre scaltra e vispa, Julia le fa la ramanzina perché si fa le canne, ma fattene una anche tu che così ti rilassi, manco una birra si beve Julia! E poi da adulta è comprensiva con la sorella che si buca... questo proprio per me è inaccettabile. Un buon numero sui drammi e le debolezze dei giovani, di piacevole lettura e una buona variazione sulla giovane criminologa.
Si nomina il libro "Anatomia della distruttività umana" del già citato sul numero 59 della serie regolare Erich Fromm.
Musicalmente manco a dirlo l'intero numero è incentrato sui Nirvana con canzoni quali: Come as you are, Smell like teen spirit, Rape me.

L'Almanacco del giallo 2007 "Il caso del principe rapito" (Berardi e Mantero con ai disegni Laura Zuccheri) è forse l'albo più debole a livello di giallo, il tutto si esaurisce con il rapimento di Julia e del suo nuovo amico che in realtà è un principe. Azione e fuga per una Julia che si lascia andare con un ragazzo che le piace, ma che è persino più timido e posato di lei. Consigliata dalla sorellina va pure a ballare a una festa, si veste sexy e sembra quasi togliersi il peso della brava ragazza ligia al dovere di dosso. Originale la parte della fuga dai rapitori.


la Julia di Robero Zaghi
"Già da allora le mie esperienze con l'altro sesso erano rare e insoddisfacenti. Mi imponevo soggetti anticonformisti, intellettualoidi, per poi scoprire che erano i più conformisti di tutti. Quell'atteggiamento di non volersi buttare via era frutto di un'elaborazione mentale. Gli ormoni invece, lanciavano altri segnali. Che, evidentemente, Norma sapeva raccogliere meglio di me" [Julia]


Veniamo all'Almanacco del giallo 2008 "Il caso della carpa e del dragone". Beh, se non ce l'avete correte a procurarvelo subito, è una pietra miliare del background del personaggio di Julia, un tassello fondamentale della sua storia, introspezione pura, forse a oggi la migliore storia della Julia da giovane pubblicata. Berardi e Calza ci regalano una vicenda che, sebbene a livello investigativo abbia poco da dire, è il massimo in quanto approfondimento del personaggio della futura criminologa.
Julia all'inizio accompagna Cross e la polizia sulla sanguinolenta scena di una resa dei conti della Yakuza, la mafia giapponese. Questo la porterà ad approfondire la cultura del paese del sol levante. Nel farlo conoscerà Jiro Nagamori, titolare di un negozio di libri e stampe orientali (nonché erede di una famiglia Yakuza, ma sennò come lo colleghiamo alla storia dell'albo?!) e vincendo la propria timidezza finirà per flirtare con lui, conquistarlo, salvarlo, innamorarsene, finirà per farci l'amore, per portarlo a casa, per farsi maciullare il suo cuoricino già fragile. Un'escalation di vicende personali che fanno dire al lettore "chi cazzo se ne frega della yakuza, di chi è il cattivo" perché una Julia così da vicino, umanamente, e così a lungo, non si era mai vista.
Alla fine "il caso" verrà risolto, più o meno, ma poco importa, il senso di conoscere molto meglio la futura indagatrice dell'animo che si prova alla fine dell'albo è qualcosa che gratifica il lettore come poco altro.
Ai disegni non l'ho dimenticato, ma l'ho tenuto per ultimo, il mio artista preferito di Julia: Roberto Zaghi; purtroppo alla sua unica performance tra almanacchi e speciali, ci regala a livello grafico la migliore Julia-giovane che incontreremo mai, sarebbe da postare qui quasi tutte le inquadrature che fa con lei come protagonista. Maestro assoluto.
Andate a recuperare (o rileggere quest'albo). Subito!

"Ciò che accade nei giorni seguenti lo conservo in uno scrigno segreto dell'anima. In qualche modo mi avvicinai all'amore per la prima volta, i miei sensi di donna sostituirono quelli di ragazzina... Ero lontana da casa, da Norma, dalla nonna, dal professore... Dal mio passato." [Julia quando era con Jiro]

Mi fermo qui, so che la capacità di leggere le mie farneticazioni ha un limite. Ma presto parlerò dei successivi. Sì è una minaccia che non lascia spazio a benefici del dubbio.