domenica 30 luglio 2017

Wonder Woman - Terra Uno

Grant Morrison non risparmia nessuno


Che il film di Wonder Woman abbia fatto da traino a una serie di iniziative relative all'amazzone di Isola Paradiso non ci piove, anzi, è un bene. Wonder Woman è un'eroina atipica e unica del suo genere, ben più umana di Superman, ha la super forza ma soprattutto un super cuore. E' al di sopra delle dispute maschiliste/femministe, propensa al compromesso costruttivo e rivolta sempre al bene superiore. Che poi sia una fica pazzesca agli occhi dei comuni umani e lettori poi non è certo una brutta cosa.

I fumetti di WW non mi hanno mai esaltato (un anno dopo carino, l'attacco delle amazzoni mah... new 52 niente da fare, l'ultima rinascita mi lascia perplesso) la mitologia mi piace ma le trame spesso sono scontate e poco coinvolgenti. Molto meglio quando è alle prese con problematiche più terra terra, senza contare il suo ottimo apporto e il carisma non indifferente delle avventure in team con la Justice League o anche i team-up assieme a Batman o Superman.

Wonder Woman Terra Uno, volume 1, (ri)narra le origini di Diana, di come lascia Isola Paradiso e di come inizia ad approcciarsi al mondo degli uomini. Banale? Non lo erano state le altre genesi di questa collana, né il Batman Terra Uno di Geoff Johns, né il Superman Terra Uno di Michael Straczynski (il cui secondo volume è molto deludente però). Non lo è di sicuro neanche questa storia scritta da Grant Morrison, non il primo che passa e di sicuro uno che se ne sbatte i coglioni allegramente di metterci del suo. Nella storia, per quanto fedele al classico (usa però forse troppa tecnologia per i miei gusti), Morrison non risparmia nessuno: fa fare una figura merdosa  tanto alle femministe che ai maschilisti e critica aspramente il militarismo mescolando le carte in maniera strepitosa. Tanto per citare un esempio quando entra in scena l'amica umana di Diana, la cicciottella Beth, le stesse amazzoni iper-femministe criticano la sua stazza al pari del peggiore dei maschi superficiali, giochetti del genere rendono una sceneggiatura quasi obbligata qualcosa che finisce inevitabilmente sopra la media.

Diana è resa benissimo, ingenua ma non sprovveduta, giovane ma scaltra (da sbellicarsi la scena in cui prima chiede a Steve Trevor se è un uomo e senza aspettare risposta gli mette una mano tra le gambe per controllare). Si dimostra adulta e sagace nel prendere le decisioni giuste e costringere la madre iperprotettiva Ippolita a vederla come una donna e non più come una bambina. Wonder Woman è la più caritatevole tra i supereroi, ma sa anche essere spietata all'evenienza. Prototipo fin troppo utopico della donna moderna, esempio non banale ma difficile da seguire. 

"Sono arrivati rapporti, incluse testimonianze oculari da parte di ufficiali, di un misterioso aeroplano trasparente pilotato da una modella adolescente in costume da bagno tanto forte da sollevare una jeep." [un militare]

I disegni di Yanick Paquette, a una prima occhiata mi erano parsi poco originali, eppure le amazzoni sono splendide così come le ambientazioni a Isola Paradiso, il resto è funzionale alla storia anche se in alcune tavole sembra aver fatto solo il compitino.

Unica cosa che mi ha fatto storcere il naso (e qui gli eroi da tastiera pronti a lapidare, che usando le parole magiche fascista, razzista, omofobo, per passare subito dalla parte della ragione possono sbizzarrirsi) il far diventare di colore Steve Trevor, sì, l'aviatore che è sempre stato biondino e fisicamente caratterizzato in maniera fedele ai vari fumetti da Chris Pine nel film . Capisco il voler essere politically correct o in linea con le mode marvel e dc che scombussolano etnie e sessi per far felici non so chi, ma io sono per una coerenza storica e visiva dei vari personaggi. L'unico cambio etnia/sesso davvero funzionale alla storia per darle qualcosa in più che ho trovato negli anni è stata la Joan Watson della serie tv Elementary, tutto il resto non serve.

Un fumetto in definitiva che consiglio, sia come primo approccio che per il lettori navigati.





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