domenica 16 aprile 2017

Quaderni Giapponesi

di Igort


"... mi ricorda le rivendite di fumetti usati che frequentavo da bambino, quando, immerso nei sogni di carta, imparai il potere magico dei libri." [Igort]

Ci ho pensato su se scrivere qualcosa a riguardo o meno, avevo il timore di poter uscire con delle stupidaggini, ma volevo anche riflettere un po' su un'opera anomala nel miglior senso del termine.

Quaderni Giapponesi non è proprio un fumetto, o meglio non lo è nel termine classico del termine con discorsi tra personaggi nelle nuvolette. Quaderni Giapponesi è un libro illustrato, un diario di un viaggio, di un pezzo di vita, un romanzo di formazione, un saggio divulgativo, una finestra su di un mondo lontano dal nostro, è qualcosa di personale al punto da sfuggire agli schemi e alla catalogazione che tanto piacciono all'editoria. I disegni sono funzionali ed evocativi, mai fine a se stessi, il colore, mai forte ma tenue, ci trasmette una calma e una solennità d'altri tempi.

L'autore, Igor "Igort" Tuveri, mica il primo che passa per la strada (QUI la voce su di lui su Wikipedia abbastanza esplicativa per un approfondimento), ci racconta del suo periodo lavorativo trascorso in Giappone, lo scontrarsi con una cultura affascinante ma non sempre comprensibile per un occidentale. I loro ritmi di lavoro assurdi, la pace che riesce a cercare e trovare nel suo privato, la diffidenza ma anche il rispetto che suscitava negli abitanti del posto. 

All'inizio è lecito aspettarsi il resoconto del suo viaggio dall'arrivo in Giappone al suo ritorno in Italia, invece a Igort sembra non fregare niente di dare un capo e una coda agli eventi, e questo è il vero punto di forza della sua narrazione, preferisce invece concentrarsi sulle sensazioni e sulle sue riflessioni. Spesso divaga a raccontare aneddoti, o parlare di persone che ha conosciuto o che avrebbe voluto conoscere, da Hayao Miyazaki a Seijun Suzuki, da Tanizaki a Hokusai, mangaka, scrittori, registi, pittori, persino la storia di Abe Sada che a grandi linee già conoscevo ma che mi ha intrigato non poco. Igort ci racconta un Giappone visto con gli occhi di un osservatore attento e curioso, uno che vuole condividere con noi le sue passioni e il suo stupore come quasi a dirci "il Giappone è così ricco di arte e storia e noi passiamo quasi interamente la nostra vita a ignorarlo".
Forse chi è meno avvezzo alla letteratura e ai fumetti o il cinema giapponese si troverà un po' spiazzato dalle sue divagazioni ma a me, che sono da anni interessato a questi argomenti, sono servite a farmi sentire vicino all'autore come raramente mi era capitato.

Il libro non finisce con il ritorno in Italia, ti lascia così, senza un vero punto, come se fosse un arrivederci, o come è giusto che sia quasi a sottolineare che è il viaggio che conta e non come finisce.

Una storia che sa di vita

"Questo libro è una macchina del tempo, mi  ha permesso di viaggiare per due anni all'indietro, a est di me stesso. Di riscoprire i luoghi, rivivere emozioni." [Igort]

Due parole sull'edizione, impeccabile, della Coconino Press - Fandango - del 2015, 184 pagine a colori in formato 17x24 a 19€, ottima edizione e ottima carta e copertina.

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