giovedì 4 agosto 2016

Bentornato Brendon, vecchio amico

Speciale Brendon & Morgan Lost

Ma quanto figo è 'sto guerriero onassiano che gironzola ammazzando gente?


Mi ero ripromesso di non parlare di cose troppo attuali o di volumi singoli della Bonelli, sennò mi ritrovo in una spirale che mi riempie il blog e non mi lascia spazio. Sta di fatto che l'attesa per il ritorno di Brendon era tanta ed era un pezzo che volevo disquisire un po' su di lui e su Morgan Lost.
Lo speciale n.13 di Brendon "La mappa delle stelle" esce a due anni dal numero 100 nonché ultimo della serie regolare del cavaliere di ventura, sembra già una vita fa. Una storia frenetica che esalta, deprime, per un paio di frangenti delude (forse l'hype attorno all'albo era troppo alta) ma che non lesina emozioni, questo no. Ma andiamo con ordine.

I personaggi sono ben diversi e lontani (almeno fisicamente) per quanto riguarda mondi e tempo, entrambi figli del periodo e delle tendenze in cui sono nati. Brendon esce nel '98, incombe il nuovo millennio, e come tutti gli ex ragazzi sanno e come Ken il guerriero insegna la fine del XX secolo si presume abbia un brutto epilogo, grande tenebra la chiamano, che ci porta nel medioevo prossimo venturo, un futuro post apocalittico. Morgan Lost del 2015 sente l'onda della moda ucronica/distopica di film e romanzi recenti, ci porta indietro in anni '50 alternativi. Coniugare questi due universi non è facile, Chiaverotti (che è e resterà uno dei miei autori preferiti, dai lontani Il buio e Incubo di una notte di mezza estate nel lontano '89 su Dylan Dog) ha usato l'escamotage classico: il casino cosmico lo possiamo definire, e va bene così, certe cose vanno al di là della logica e all'appassionato deve fidarsi dell'autore senza porsi troppi perché. Tranne trovate tecnologiche usate da Nathan Never & Martin Mystére, bisogna usare qualche varco o casino cosmico come nel Dragonero con Zagor per coniugare universi differenti.

© Sergio Bonelli Editore
© Sergio Bonelli Editore
La storia scorre veloce, Claudio Chiaverotti calca la mano sull'azione, i Coniugi Rabbit e il Dottor Splatter fanno una gran festa nella Nuova Inghilterra e un simpaticone di guerriero Onassiano (troppo poco sfruttati come nemici di Brendon nei suoi cento numeri, avrebbero meritato più spazio!) fa man bassa a New Heliopolis. Morgan in un mondo e Brendon nell'altro corrono ad affrontarli. Brendon appunto. Entra in scena con il bicchiere in mano, creduto morto, triste, più che un ritorno in grande stile aleggia la malinconia, un eroe sul viale del tramonto, non più protagonista nemmeno del proprio speciale, mi ha lasciato davvero una strana sensazione. Ben più attivo Morgan Lost, spavaldo, come se nei protagonisti si rispecchiasse la vita editoriale degli stessi.
il Brendon di Freghieri
© Sergio Bonelli Editore
il Morgan Lost di Freghieri
© Sergio Bonelli Editore
La scelta a livello commerciale è palese, forse necessaria per garantirci futuri speciali di Brendon (io spero in una miniserie, non lo nego, ma anche un paio di speciali annuali non sarebbero male), affiancargli in un crossover Morgan Lost aiuta ad ampliare il parco utenti portare l'attenzione dei vecchi lettori sulla nuova testata e i nuovi sulla vecchia. Giusto giustissimo. Io che ho seguito Brendon e seguo tutt'ora Morgan Lost ne sono lieto. Purtroppo in un crossover del genere 128 pagine sono pochine per approfondire due protagonisti e relativi cattivi messi in campo, amo le storie di più ampio respiro, i vecchi speciali da 160 pagine un po' li rimpiango. Il trend attuale degli speciali Bonelli però è colore e meno pagine, e il colore qui spiazza in un primo momento ma poi si dimostra una trovata geniale, il doppio stile colore per il mondo e i personaggi di Brendon e bianco/nero/rosso per quelli di Morgan non lasciano adito a dubbi. Meno azzeccata forse la scelta del disegnatore, Giovanni Freghieri è un grande ma ormai, dopo tantissimi numeri, lo associo inevitabilmente a Dylan Dog, ha disegnato solo il numero 3 di Morgan Lost  (è stata pure la storia che mi è piaciuta meno) e manco un numero di Brendon. Questo ha fatto sì che le prime vignette in cui appariva il "suo" Brendon, mi sembrasse quasi un estraneo, colpa anche mia, lo so, se penso al nostro cavaliere di ventura lo vedo disegnato da Giuseppe Franzella, Corrado Roi o Lola Airaghi; per fortuna il cacciatore di taglie di New Heliopolis non ha ancora nel mio immaginario un legame indissolubile con un disegnatore in particolare.

© Sergio Bonelli Editore
© Sergio Bonelli Editore
Temo per il futuro di Brendon, nessuna collana di speciali di personaggi Bonelli le cui testate mensili sono giunte alla conclusione hanno avuto vita lunga dopo la dipartita della collana madre: Mister No, Brad Barron, Demian a serie concluse non ci hanno dato che una manciata di speciali post-serie. Confido nella via recentemente intrapresa dalla Bonelli delle librerie/fumetterie con volumi magari di formati, qualità e prezzo adeguati a fornire un prodotto per appassionati che capiscono il valore di un'opera e desiderano leggerla, senza i costi di una distribuzione da edicola e il prezzo per forza bassissimo per accontentare gli "spilorci da tanto sono giornaletti".

a pagina 3 la splendida illustrazione di Lola Airaghi
La conclusione dell'albo è da brividi, e se non lo avete letto saltate di leggere questo: Brendon a cavallo sulla spiaggia degli assassini  uccisi da Morgan Lost, simbolismo straziante come se lo stesso Morgan avesse contribuito alla morte di Brendon. Unico incrocio nell'albo tra i due (purtroppo), sorriso mesto di Brendon verso il suo fratello/erede, passaggio virtuale di testimone, che più che rinascita per il cavaliere di ventura sa di canto funebre, di distacco, di lungo addio.


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