lunedì 5 settembre 2016

Paper Girls. Stranger Things su carta? Non solo.

Paper Girls 1 - di Brian K. Vaughan & Cfiff Chang

Anni '80 tra citazioni e mistero.


"Paper Girls" 1 (il volume dalla Bao Publishing raccoglie i primi cinque spillati originariamente pubblicati dalla Image) capita al momento giusto e tocca argomenti a me cari. Ho da poco finito di vedere la serie Netflix "Stranger Things", magistrale prova che prende il meglio degli anni '80 e lo miscela perfettamente a uso e consumo degli spettatori contemporanei nostalgici ma non sprovveduti, capaci di cogliere una citazione e un ammiccamento. 

"Paper Girls" è ambientato nel 1988, le quattro protagoniste dodicenni mentre consegnano i giornali si trovano a contatto con una realtà assurda: gente che sparisce, presunti alieni, viaggiatori nel tempo. Il tutto contestualizzato in quel periodo storico: strascichi di guerra fredda, primi videogiochi, vita di provincia americana, temi classici che fanno da contorno a tante pellicole del tempo, cito I Goonies su tutti ma anche Explorers. Le ragazze (quattro come i protagonisti di Stand by me, quattro come i ragazzini di Stranger Things, e come quet'ultimi armate di walkie-talkie) hanno a che fare con gli immancabili bulletti di quartiere e vivono situazioni familiari eterogenee e spesso conflittuali molto alla Breakfast Club, giusto per citare un'altra pietra miliare degli anni ottanta che mi è venuta in mente. Una storia con ritmi non troppo serrati che alla fine del volume ci lascia molto curiosi per il proseguo, che ha ancora molto da dire.

Brian K. Vaughan colpisce ancora una volta il bersaglio, autore di  Y l'ultimo uomo, Saga, soprattutto di Runaways, serie con la quale ha già ben affrontato i temi adolescenziali dimostrando di saperla molto lunga. Al passo coi tempi la scelta di avere eroine femminili ma ha semplicemente trasformato i protagonisti classici in ragazze con la loro sensibilità e la loro fragilità. Non è incappato nell'errore grossolano di tutte le opere recenti (dalla carta stampata al cinema) di mascolinizzare comportamenti e sopprimere il lato migliore dell'essere donne con la loro umanità, per fornire al pubblico eroine forti e fredde come la Katniss di Hunger Games o le protagoniste di Divergent e cloni vari. Vaughan ci delinea degli ottimi personaggi, ho apprezzato soprattutto Mac, quella con la cicca in bocca.


Ai disegni Cliff Chang (Wonder Woman) è perfetto per questa storia, un tratto veloce e stilizzato senza fronzoli o virtuosismi che avrebbe dato troppa contemporaneità a una vicenda che dev'essere per forza un po' vintage. I colori riempitivi inoltre di Matt Wilson (sempre snobbati dai crediti in copertina come fosse un lavoro minore) esaltano il tratto di Chang conferendo un'atmosfera davvero azzeccata a livello cromatico.

Un paio di appunti? Sì dai, le ragazze non sembrano affatto dodicenni, quindici o sedici per come agiscono e parlano sarebbero stati più plausibili. Il parlato, il linguaggio delle ragazze, non so se anche in originale o solo nella nostra traduzione, sono poco anni ottanta o almeno questa è stata l'impressione che mi è rimasta.
Il volume della Bao è ottimo, cartonato e di ottima fattura come sempre, 18€ non sono pochi ma con l'attuale sconto del 25% è un acquisto d'obbligo e sperate che il secondo arrivi presto.

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