lunedì 4 luglio 2016

il Golem di LRNZ

 Un caleidoscopio di colori per l'Akira ambientato a Roma

Golem - di LRNZ (Lorenzo Ceccotti) - volume unico Bao Publishing - 2015



"I sogni sono tutto! Smettere di sognare è il primo passo per farsi mettere i piedi in testa." [Rosabella]

cover © LRNZ & Bao Publishing
Lorenzo Ceccotti l'ho incontrato questa primavera a Venezia Comics, adesso io non sono quello che va alle fiere e spappola i sentimenti agli autori, al massimo un "ehi ciao, complimenti, mi firmi il tuo fumetto per favore" o al massimo chiedo uno sketch per la mia collezione. L'ho trovato molto cortese e sereno, quasi divertito quando gli ho chiesto una dedica sulla "Strana biblioteca" di Murakami (di cui si è occupato della parte illustrata, lo conoscevo anche perché sue sono le splendide copertine della noiosa Trilogia X di Jeff VanderMeer sempre per Einaudi), mi ha disegnato pillole e spazzolini e mi ha restituito il libro. Golem era lì, sul tavolo, accanto ad Astrogamma (QUI la recensione), mi era già capitato di sfogliarlo in fumetteria, era nella mia lista mentale delle cose che volevo leggere, disegni fighi certo, ma le tinte pastello non mi attiravano poi molto, ultimamente mi ero invaghito del tratto balordo di Tony Sandoval e cercavo stramberie di quel tipo, e poi tra bonelli, manga e qualche americano, procrastinavo sempre l'acquisto. Mi seccavano forse i 25 euro per il volume, non pochi, ma vista la qualità del volume, tra grande formato, bella carta e tutto a colori per un casino di pagine ci stava; poi la cover con quella stilosa sovraccoperta che copriva solo due terzi della copertina... eppure mi destava qualche disappunti: perché non farla completa e fare direttamente un volume cartonato? Sono un feticista dei volumi cartonati, lo so, ma la cover di Golem è delicatina.
Tornando al nocciolo della questione, quando vedo gli autori all'opera mi incuriosisco, loro stanno lì che disegnano con calma, sfoggiano la loro arte e parlano con i fan. So per certo che il contatto con il pubblico, con i lettori è sempre un momento di grande soddisfazione per un autore. Le fiere piccole sono ottime per questo, non c'è la ressa, non c'è il tizio ciccione, sudato e con i capelli unti che ti spinge e ti sbuffa nell'orecchio, che lo prenderei per il collo e gli sfonderei la testa con un pugno. Insomma, vado a casa dopo Venezia Comics e rielaboro le cose viste in fiera, chiedo l'amicizia su Facebook a Lorenzo Ceccotti, piaccio la sua pagina, mi metto a seguirlo su instagram, no, un attimo, non è che sono uno stalker, mi piace avere una visione d'insieme. E noto una ricerca estrema, una sperimentazione grafica che spazia in maniera assurda tra generi e tecniche diverse, e vedo disegni fighi a profusione. Vedo uno che non si ferma, uno curioso. Vedo che gli piacciono cose che piacciono a me, manga, retrogaming, e queste cose si rispecchiano su quello che fa. In maniera evidente. Il passo è breve, prendo Golem e mi metto a leggerlo.

Steno e Rosabella © LRNZ & Bao Publishing
La trama si trova un po' ovunque sugli store online per l'acquisto del volume: Italia, 2030 futuro distopico dove il potere è in mano a dispotico presidente Oudeis  ai servigi di corporazioni multinazionali, dei terroristi detti Shorai vogliono rovesciare il governo donando al popolo una sorta di stampante 3D che può creare di tutto da oggetti al cibo, ricombinando tramite nanomacchine la materia (con la quale in pratica la povertà non ci sarà più e i soldi diverranno desueti).
Rosabella © LRNZ & Bao Publishing
In questo mondo si muove il ragazzino Steno che nasconde il segreto delle nanomacchine sopra citate. La trama è chiara, ben sviluppata, le 280 pagine sono tante ma sono anche poche, alcune cose avrebbero meritato più approfondimenti, qualche retroscena sul presidente Oudeis (molto 1984 di Orwell, molto V per vendetta di Moore, molto presidente Snow per quelli che le distopie pensano che le abbia inventate la Collins con la sua Battle Royale, ops... con i suoi Hunger Games) sarebbe stato gradito, e sui due capisaldi della Shorai, Klaria e Lamaco che mi sono piaciuti davvero molto come personaggi e avrei voluto conoscerli meglio. Sta di fatto che una serializzazione di tipo americano avrebbe stravolto la storia, che è di ampio respiro e avrebbe retto poco con un cliffhanger ogni 25 pagine, forse sarebbe stata meglio una cosa simile alle miniserie Bonelli, quintuplicare il numero di pagine con magari il supporto e la malizia di uno sceneggiatore navigato (come ha fatto Corrado Roi con Paola Barbato per creare UT) ma ne avrebbero perso i disegni che meritano un grande formato e carta di qualità. Non voglio dire che LRNZ non abbia sceneggiato bene Golem, anzi, la storia è autoriale e personale, nonché pubblicata da una casa editrice, la Bao Publishing, top per cura e scelte editoriali (che poi io non vada pazzo per Zerocalcare è un altro paio di maniche), pensavo solo a un'alternativa al volume unico per approfondire di più alcuni personaggi e vicende.
Il punto forte è senz'ombra di dubbio l'impatto visivo, la prima impressione di trovarsi di fronte a un anime-comics svanisce presto, graficamente è tutto studiato fin nei minimi dettagli e tutto rimanda a qualcosa, più che con il testo tanto è raccontato con le immagini. Lo stile e le tecniche usate cambiano a seconda di cosa abbiamo davanti, tinte anime/pastello e luminose lasciano la scena a pagine dallo stile pittorico per i sogni, a toni di grigio per i ricordi, al verde per la parte ambientata in prigione, al rosso durante i combattimenti con quel pezzo di merda del generale X quando usa il fenomenale pain ray, il raggio del dolore. I personaggi hanno i tratti distintivi classici di LRNZ: gli occhi quasi tutti con un taglio verso il basso e le teste, sempre un po' protese in avanti. I loghi delle corporazioni capeggiano ovunque, le corporazioni yoko per le comunicazioni, con i loro desmophone controllano tutti, un grande fratello tascabile, zibò con il cibo, e la genialata di inculcare alla gente il fatto che cucinare è pericoloso, nanonine, per la tecnologia e la sanità, ottime le pillole per non sognare, non sia mai che il popolo coltivi sogni, serinus, per i trasporti, c'è pure il bel logo del Vaticano su alcuni palazzi romani. Corporazioni che tirano le fila del governo e a cui rende conto il presidente Oudeis (che in greco significa nessuno, eh sì, anche i nomi come i loghi sono scelti con un motivo ben preciso). La pubblicità è ovunque, appena Steno, si sveglia ne è già bombardato dagli schermi che tappezzano la sua camera, questo mi ha ricordato l'episodio "15 milioni di celebrità" della serie Black Mirror. Il mondo raccontato è surreale, colorato e con una facciata piacevole, mentre la gente si suicida tranquillamente per strada tra l'indifferenza generale di persone prese dal consumismo sfrenato usa e getta. La sempre più attuale e profetica frase di Aldous Huxley “La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una Prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù." riassume tutto perfettamente.
© LRNZ & Bao Publishing
Gli Shorai usano tecnologie mica da poco, e anche qui nulla è lasciato al caso: mine vibranti, bombe schiumogene o schiuma aeroplastica come la chiamano, che si solidifica bloccando passaggi o nemici (mi ha ricordato un po' l'ambra usata in Fringe). Indossano un visore che li collega al supporto di un tecnico informatico che li ragguaglia su posizioni, uscite (Matrix), e hanno inoltre un programma di preveggenza per sapere con un un anticipo di qualche secondo le mosse degli avversari (mi sa che Lorenzo potrebbe essere anche un lettore di Asimov e Dick). Visori che dal di fuori appaiono con simboli diversi stampati sopra, uso le maschere da Anbu dei ninja in Naruto, e sono un po' ninja nelle movenze e nelle scene dinamiche. Le tute e abbigliamento che mi hanno ricordato invece il Metal Gear Solid per la PS1, e sono dotate di un fattore di moltiplicazione elastica (moltiplica la forza di chi la usa come la tuta usata dal protagonista del manga Spriggan).
Akira di Katsuhiro Otomo è un altro punto d'ispirazione per l'autore e qui scopro l'acqua calda, ok, lo Steno impaurito che fa fiorire l'essere/la cosa dalle nanomacchine trasmutando la materia (Fullmetal Alchemist anche, perché no?!)  in aggeggi tubolari che paiono prendere vita è un smil Tetsuo di Akira ma dal cuore pure. Akira e Ghost in the shell come ispirazioni certo, e non Evangelion, apprezzo anche questo, Evangelion è l'anime che osanna chi non è amante di anime e manga e ha una cultura in materia limitata e senza memoria. Ma non c'è solo Giappone tra le influenze, potrei sbagliarmi ma un pizzico di Moebius qua e là mi pare di notarlo.
Geniale anche l'idea di inserire nella copertina il chip Nfc per usare l'apposita app di Golem tramite cellulare e rendere l'esperienza più coinvolgente e globale, ottima l'idea, visto che ancora latita la tanto proclamata lettura aumentata è ben lungi dall'essere sfruttata dalle case editrici.
I protagonisti, sebbene giovani per i miei gusti sono adeguati, Steno, timido che ha paura di sognare ma coraggioso al limite dell'incoscienza quando si tratta di Rosabella. Dentro di lui nasconde il segreto per cambiare/salvare il mondo, la nanomacchina G (un po' come la volpe dentro Naruto, sì ancora lui). La ragazza, Rosabella, amica ma anche di più, grillo parlante che spinge Steno a essere migliore, ragazzo e ragazza, individui complementari che si sostengono e proteggono a vicenda, novelli Adamo (un golem di argilla a cui Dio ha soffiato addosso la vita) ed Eva di un nuovo ordine mondiale.

A conti fatti Golem è un'opera che merita molto, visivamente potente, ben strutturata e simbolica nella sua imperfetta narrazione che però stupisce e rapisce. Un'opera che pare impersonale perché fin troppo ricercata e studiata nei minimi dettagli, ma che però è personalissima e racchiude in sè oltre che una storia anche una passione e tutto quello che questa passione ha dato all'autore.

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